sabato 27 agosto 2011

Melanzane alla Salentina: atmosfere natalizie aspettando il mare.


Guardo la mia home page di Facebook (ahhh come sono addicted!) e vedo una miriade di foto di amici al mare/montagna/europa/africa/cuba... Tutti, dico TUTTI, hanno cambiato la loro immagine del profilo aggiornandola con mise dai grandi occhialoni da sole oppure parei multicolor come farfalle estive. Sprizzano gioia da tutti i pori e sfoggiano abbronzature caraibiche perfette in pose plastiche da vacanzieri di agosto. E sì lo ammetto, sacripante!, li invidio peggiorando il mio incarnato ancora verdognolo, migliorato da mezz'ora di piscina, diventando così un tono di verde smeraldo dato dalla bile in più. Mi raccontano di viaggi esotici oppure di grandi bevute di coca cola ghiacciata sotto l'ombrellone, nelle mani un buon libro e il piede sepolto sotto la sabbia. Sgrunt, doppio triplo sgrunt!
IO invece assomiglio ferocemente (e ne sono preoccupata) alla protagonista del film "Le amiche della Sposa"; una specie di novella Bridget Jones, alle prese con disavventure tutte da ridere e quel senso di essere indietro rispetto alle altre. Io sto qui, è il mese di agosto anche sul calendario della mia cucina, eppure ho lavorato tutti i giorni, tutte le domeniche, compreso Ferragosto, fatta eccezione per il mio compleanno (giorno in cui ho lavorato enormemente ma non alle mie consegne). Sto qui, con un caldo africano che fa sudare anche gli occhi, alle prese con i materiali per Natale, quindi circondata da strenne, renne, campanelle oro & rosso, fiocchetti, pini, pigne, pungitopi &babbi natali: in tutto questo dovrei anche avere delle ispirazioni e farmi venire delle idee, maledizione! Eppure, di fondo, ho quella serenità instabile che mi porta avanti nel mio essere di Acciaio, data dalla consapevolezza che è quello che volevo fare nella vita, e le piccole grandi gratificazioni mi danno la benzina che mi serve per continuare fino all'11 settembre, data di partenza per la MIA settimana di Sardegna (mi sa che andremo a raccogliere funghi invece che racogliere conchiglie ;) ).






La ricetta che condivido con voi oggi è una ricetta buonissima che mi ha dato Giacomo, amico e compagno di dis-avvenure da reality (a breve a breve maggiori info, diciamo prima del 21 settembre!), sorriso sempre pronto ad esplodere e grande cuore pronto ad ascoltare, confortare, supportare, sostenere. Quando si lavora in condizioni faticose e stressanti, trovare persone così è sempre una manna dal cielo! Grazie Giacomo, non solo per la ricetta (grazie anche a Lory, sua sorella), ma anche per tutta la gentilezza che ti appartiene e che hai saputo regalarmi!

DOSI PER MOLTI (6 pax)

:: 5 melanzane ::
:: 400 gr di carne trita ::
:: 100 gr di prosciutto cotto :
:: 2 mozzarelle ::
:: abbondante basilico ( o prezzemolo) ::
:: pan grattato ::
:: abbondante salsa di pomodoro (moooolto abbondante, diciamo un litro e mezzo) ::
:: 100 gr di parmigiano reggiano ::
:: sale, pepe, noce moscata ::
:: io ho aggiunto un pizzico di cannella ::
:: olio extravergine di oliva ::

Lavate le melanzane, tagliatele a metà e lessatele per un quarto d'ora, fino quando morbide: scavatene la polpa lasciando la buccia che farà da contenitore e tenete da parte. Fate rosolare la carne trita in un padellino antiaderente, salate, sfumate con vino bianco, salate, pepate e se vi piace mettete un pizzico di cannella. Triatet grossolanamente la polpa delle melanzane e ripassatela in padella con olio, sale e pepe quel tanto che basta per farla rosolare e insaporire. In una terrina mescolate la trita, la polpa di melanzana, prosciutto cotto sminuzzato, mozzarella a dadini, parmigiano reggiano, qualcge cucchiano io salsa di pomodoro, un poco di pane grattato, gli aromi tutti fino ad avere un composto omogeneo. Preparate la pirofila: mettete carta forno, sul fondo qualche cucchiaio di salsa e le barchette di melanzane: salatele e riempitele con il composto. Sopra tutto versare abbondante salsa di pomodoro, grana avanzato e infornate a 200° fino a doratura (una quarantina di minuti). Fate riposare almeno 20 minuti prima di lanciarvi su questa specialità.


sabato 13 agosto 2011

La mia estate non - lavorativa.



VAdo in vacanza. O forse no. Il blog non chiude i battenti questa lunga estate, rimane sonnacchioso con un occhio aperto e l'altro chiuso, a guardarsi intorno curioso come sempre e a macinare chili di lavoro e idee e progetti da realizzare.


Però lo faccio da qui. Qui, il luogo dove il mio cuore ha fermamente piantato le sue lunghe radici, lunghe tanto da poter succhiare ogni linfa e ogni energia da conservare poi nei momenti di salite.
Qui, dove la mattina il sole splende in un azzurro frizzantino di fresco e lieve, qui tra questi pini che nelle notti di luna e stelle scolpiscono le loro sagome in un cielo blu zaffiro.
Qui, dove in giugno le rose fioriscono di mille petali di velluto e nel bosco la magia di una nuvola di lucciole che danzano nel buio ti toglie il respiro e ti fa credere che le favole esistano ancora.
Qui, dove l'odore pungente dell'erba e del fieno mi fa sempre venire una morsa allo stomaco, e solo recentemente ho scoperto che questo odore è uno dei più grandi afrodisiaci che il mio corpo conosca, forse perchè mi ricorda "la casa" e risveglia sensazioni remote e perdute.
Qui, dove ogni angolo ha il suo profumo: dalla legna che crepita nel camino a quella che scoppietta allegra nella carbonella dei barbecue estivi, dalla resina fresca che ti appiccica le dita all'erba verdissima e ai fiori di campo, selvaggi, coloratissimi, spontanei. Selvaggia, colorata, spontanea.








Fieno, erba, sottobosco, muschio, stelle cadenti, grilli, lucciole, candele accese, legna, pini, abeti, betulle leggere che danzano nel vento.
Tutto questo, e molto altro.


Lavoro, sì, ma scalza in un prato smeraldo.
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