
Una telefonata di prima mattina che mi sveglia con una notizia molto brutta. Matte dorme dopo uno schianto in moto, Matte lotta in una saletta. Il mio shock è grande perchè Matte è stato ed è una parte fondamentale della mia vita.

Matte con i suoi mille ricordi vicini e lontani: una casetta fatta di legno con un camino che sputava fumo nero impossibile, quell'abbaino nel tetto che guardavamo sempre sdraiati nel lettone, il disordine che regnava sepre sovrano, la cucina, centro del mondo e centro della nostra storia, che sfornava ravioli e polpette di melanzane alle 4 del mattino che Matte mangiava con gli occhi chiusi dal sonno nel letto, gli amici che arrivavano a fare le cene tutti insieme, Matte e le sue lune assurde, il suo muso, la sua "uggia"e chiusura a riccio.
Matte e la sua grandissima generosità verso chiunque, Matte che stava facendo una raccolta di fondi per L'Abruzzo, Matte e l' amore per la gente, Matte con un grande cuore che a tratti diventa anche naif. Matte che amava stare nel mezzo del gineceo a parlare di ceretta e trucchi con una nonchalance mai vista, padrone del mondo, sicuro della sua auto ironia e del suo giusto sarcasmo. Matte che ama le donne, tutte, perchè le trova belle, ognuna con la sua particolarità. Matte che ama la vita, gli amici di cui si circonda, il cibo, la musica, i colori.
Matte che è un poeta maledetto, stregone delle parole, nel suo calderone le mescola e le riversa fuori in modo così perfetto da renderle uniche e da farle arrivare dove nessuno riesce mai.
Matte, di cui ho ancora le chiavi di casa anche se non le uso, perchè fanno parte della nostra storia, come un famoso accappatoio rosso fuoco e una candela gigante verde. Matte che è un randagio, uno spirito libero, che diventa assolutamente insofferente nelle regole e negli schemi prefissati da altri.

Matte che mi ha raccontato di me tutto quello che io stessa non sapevo o non avevo capito, Matte che legge dentro di me cose che io non conosco, Matte che mi sfida e mi sprona a diventare la bellissima leggenda che viene raccontata da un prete ormai canuto.
Matte dalle mani calde, caldissime, che plasmano pongo che diventa acquerello per le sue tavole e i suoi disegni, Matte con la sua meravigliosa creatività che esprime in ogni modo sia possibile, Matte spirito libero come il vento.
Matte che è davvero parte di me e non può essere altrimenti anche se la nostra storia d'amore è finita anni fa, Matte che io non perderò mai perchè quello che c'è è molto più importante di una stupida implicazione sentimentale, Matte che non perderò mai.
Nemmeno Adesso.
Matte, ti aspetto con la tua adorata pasta con i pomodorini.



Quella sera di anni fa, ci conoscevamo da pochissimo, forse ci eravamo scambiati a mala pena un paio di baci. Colleghi in ufficio da un anno, ci siamo osservati da lontano e poi complice un sogno, un paio di caffè, scambi di mail e qualche aperitivo tutti insieme. E poi il primo bacio a casa sua, io dentro la sua bellissima felpa rossa. Alle 11 di sera un attacco di fame folle, e io che mi propongo di fargli un piatto di pasta: il frigo, classico da single, vuoto, se non una confezione di pomodorini, degli spaghetti, qualche spezia essiccata e un goccio di olio toscano buonissimo.
In 10 minuti un piatto di spaghetti semplicissimi, che mi hanno aperto le porte del suo cuore, e che lui ha mangiato con grande stupore (non credeva sapessi cucinare!) e con grande ingordigia. Matte è un ingordo di vita, lo sarà sempre. Da lì questo il suo piatto preferito, anche se sulla nostra tavola comune sono passate cose eccezionali, lui ama la mia pasta ai pomodorini e io non vedo l'ora di portargliela per pranzo appena possibile.

Matte, la strega dice che è presto, la strada è lunga e io ho ancora bisogno dei nostri litigi e di tutto quello che tu sei e sempre sarai per me, anche se nessuno lo sa se non te, ed io.