Frenesie, isterismi collettivi, ansie vomitate addosso da altri, tutti che credono di essere sempre chissà chi, ma chi??? Il mio lavoro mi mette di fronte a cose assurde, spesso ai limiti della sopravvivenza fisica (iniziare un lavoro ore 8 di mattina e finirlo ore 4 e mezza di notte, domire 3 ore e ripresentarsi altre 9 ore su un altro lavoro facendo finta anche di essere sul pezzo non è una passeggiata di salute). Io donna che fa un lavoro strambo, bizzarro ma anche molto moderno, sono poi nell'anima una massaia vecchio stampo mancata, vorrei svegliarmi per coltivare la terra e raccoglierne i frutti in un mulino con la ruota, accudire il focolaio scaldata da un camino crescendo pargoli monelli e coccolando un solido compagno dal cuore grande. Nel mio quotidiano sono, quando il Cielo mi da la bontà di non strapazzarmi in qualche delirio professionale, alla ricerca della semplicità del gesto che fu, del sapore di qualcosa di magico, di vecchio, di buono.
Come queste pesche, nate per caso perchè in realtà non mi hanno mai attratta, ma grande amore al primo assaggio: calde, morbide, profumatissime. Come una vecchia coperta che ti avvolge su una sedia a dondolo.
4 pesche gialle mature
8-10 amaretti
40 gr di cioccolato fondente
6 savoiardi
marsala q. b.
2 cucchiai di zucchero di canna
Lavate le pesche, tagliatele a metà e scavatene la polpa per ricavare la cavità epr il ripieno. In un mixer frullate il cioccolato spezzettato, la polpa di pesca, gli amaretti, lo zucchero di canna, il cioccolato fondente e marsala quanto basta per legare insieme. Formate una pallina di composto, adagiatela nelle mezze pesche, sistematele in una pirofila, e sul fondo versate mezzo dito di marsala. Cuocete a 170° circa per una cinquantina di minuti, irrorando se volete con il marsala di cottura. Buonissime tiepide.